Il Pignolo: vitigno raro

copertina vino Pignolo

Il Pignolo è un vitigno piuttosto raro, tipico della zona dei Colli Orientali del Friuli. Oggi presente principalmente sulle colline di Rosazzo, ha una storia antica e lo troviamo citato in documenti risalenti già al 600. Era un vino apprezzato e conosciuto, tanto che l’abate Giobatta Marchi, nel suo ditirambo, pubblicato alla fine del 17° secolo, scriveva: “Del bel Turro sulla sponda il buon vin alligna e abbonda che del dolce Berzemino ne berrei per poco un tino e vorrei sempre esser solo nel ber a tazze piene il buon Pignolo”.

Dall’oblio alla rinascita del vino Pignolo

A causa della scarsa produttività e per la poca resistenza alle crittogame è stato poi dimenticato per un lungo periodo, ma ha recuperato terreno negli ultimi 40 anni. Negli anni ’80, infatti, la produzione è ripresa grazie al ritrovamento di esemplari di vite su piede franco nella zona delle colline eoceniche di Rosazzo. A oggi vanta uno dei primi posti nella classifica dei vini Friulani più apprezzati, riconosciuto con la denominazione D.O.C. Friuli Colli Orientali dal 1995. Ricco di tannini si sviluppa al meglio se invecchiato in legno, anche fino a 36 mesi e affinato successivamente, da 6 mesi fino a qualche anno, in bottiglia.

Caratteristiche

Il Pignolo autoctono del Friuli Venezia Giulia, prodotto con uve a bacca nera del vitigno omonimo, presenta un colore rosso intenso e decisamente rubino. Possiede un’importante presenza di antociani e tannini, cosa che gli fa meritare l’affinamento in legno e successivamente anche in bottiglia. Dopo questo lungo periodo, al momento di servizio, arriva al naso gentilmente, delicato, ma ricco di note speziate.

Per quanto detto sopra, al palato arriva con un sapore tannico, ma avvolgente e caldo ricco di sfumature e allo stesso tempo asciutto; sarà una scelta ottimale per chi cerca un vino rosso meno corposo del Cabernet e si abbina con estrema facilità alle carni, sia bianche che rosse e anche alla selvaggina. 

In Friuli lo troverai accostato a un ricco aperitivo di affettati, ai piatti a base di cinghiale, agli arrosti di vitello e di maiale. Si sposa facilmente anche con formaggi stagionati e salumi speziati. A titolo personale, non lo faccio mancare se cucino il salame sotto la cenere, in autunno poi quando è pronta la brovada sarà un ottimo accompagnamento al piatto “Bruade e musèt”, tipico del periodo invernale. È un vino ricco e gentile, molto apprezzato dall’Associazione Nazionale “Le Donne del vino” che gli ha dedicato un articolo.

Prima di portarlo a tavola, il Pignolo merita rispetto. Decanta il vino per un’ora e servi a 20° in calici ampi e svasati.

Provalo assieme al Frico, per vedere i passaggi da fare segui la video ricetta su YouTube.

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