Umberto Saba, nato a Trieste nel 1883 (all’epoca ancora parte dell’Impero Austro-Ungarico), e morto a Gorizia nel 1957, è una figura centrale della letteratura italiana del Novecento. La sua poetica intensa e profonda riflette le complessità dell’animo umano e le influenze della sua terra natale. Trieste, città di confine, e il Friuli, con le sue tradizioni culturali e storiche, sono elementi imprescindibili nella comprensione della sua opera.
Da Dove Deriva lo Pseudonimo Umberto Saba?
Il nome Saba è lo pseudonimo scelto da Umberto Poli e deriva dalla parola ebraica “saba”, che significa “nonno” o, più in generale, “persona anziana”. Questo nome rimanda al bisnonno materno, il letterato Samuel David Luzzatto, e riflette le sue radici ebraiche e il suo desiderio di connettersi con un passato familiare e culturale. Il nome Saba, quindi, non è solo un marchio d’artista, ma un simbolo della sua identità e del suo legame con la tradizione ebraica.
Vita e Formazione
Umberto Saba, pseudonimo di Umberto Poli, nasce a Trieste in una famiglia di origini ebraiche. La sua infanzia è segnata dall’assenza del padre, che abbandona la famiglia quando Saba è ancora bambino, e dalla presenza della madre, Felicita, figura dominante e affettuosa. Questa condizione di instabilità familiare e di ricerca di un’identità segna profondamente la sua produzione letteraria.
Dopo un periodo di studi irregolari, Saba si trasferisce a Pisa per frequentare l’università, ma ben presto abbandona gli studi per tornare a Trieste. La città, con il suo porto affacciato sul mare Adriatico, le sue strade intrise di storia e multiculturalismo, diventa il teatro delle sue prime esperienze poetiche. Qui, Saba inizia a scrivere le sue prime poesie, che riflettono un animo sensibile e tormentato.
Gli Avvenimenti della Vita
Gli eventi della vita di Saba sono strettamente intrecciati con la sua produzione letteraria. Durante la sua giovinezza, l’abbandono del padre e il rapporto conflittuale con la madre influenzano profondamente le sue prime poesie. Questi temi di abbandono e ricerca di identità sono ricorrenti nelle sue opere.
Uno dei suoi primi componimenti, “Preludio e canzonette” (1903), riflette il tumulto interiore e la ricerca di stabilità emotiva. Il titolo suggerisce già una combinazione di introduzione (preludio) e di leggerezza apparente (canzonette), mentre il contenuto è spesso introspezione profonda.
Nel 1909, Saba sposa Carolina Wölfler, chiamata affettuosamente Lina. Questo matrimonio segna un periodo di stabilità e felicità, riflesso nelle poesie dedicate alla moglie. La nascita della loro figlia, Linuccia, aggiunge un ulteriore strato di profondità emotiva alle sue poesie, con liriche che esplorano l’amore paterno. In particolare, la raccolta “Casa e campagna” (1909) rappresenta il legame con la famiglia e l’amore coniugale, con poesie che trasmettono un senso di serenità e di intimità familiare.
La Prima Guerra Mondiale e le Sue Conseguenze
Con lo scoppio della Prima Guerra Mondiale, Saba viene chiamato alle armi e serve nell’esercito austroungarico. Questo periodo di conflitto e incertezza lascia un’impronta indelebile sulla sua psiche e sulle sue opere. Le poesie scritte durante e dopo la guerra riflettono il trauma, la perdita e il desiderio di pace. La raccolta “Cose leggere e vaganti” (1920), ad esempio, offre uno sguardo sulla leggerezza e sulla ricerca di normalità dopo gli orrori del conflitto.
Dopo la guerra, Saba apre una libreria antiquaria a Trieste, che diventa un punto di riferimento per intellettuali e artisti. La libreria, oltre a essere un’attività commerciale, è un luogo di incontro e di scambio culturale, dove Saba può coltivare le sue passioni letterarie e stringere legami con altri scrittori e poeti.
Il Periodo Fascista e le Leggi Razziali
Negli anni ’30, con l’ascesa del fascismo e l’introduzione delle leggi razziali, la vita di Saba diventa sempre più difficile. Essendo di origine ebraica, deve affrontare la discriminazione e la persecuzione. Questo periodo buio è segnato da una profonda angoscia che si riversa nelle sue poesie, dove l’autore esprime il suo senso di isolamento e oppressione.
Nel 1938, poco prima dello scoppio della seconda guerra mondiale, con la promulgazione delle leggi razziali da parte del regime fascista, Saba è costretto a cedere formalmente la libreria al commesso Carlo Cerne e a emigrare con la famiglia in Francia, a Parigi. Questo esilio forzato e l’incertezza del futuro si riflettono nelle sue opere di quel periodo, caratterizzate da un senso di precarietà e di ricerca di salvezza.
Dopo la Guerra e gli Ultimi Anni di Umberto Saba
Dopo la guerra, Saba ritorna a Trieste, ma la città, come il poeta stesso, è cambiata. La fine del conflitto porta con sé un nuovo inizio, ma anche nuove sfide. Saba è sempre più segnato dai problemi di salute mentale. Soffre di depressione e di crisi nervose, che cerca di combattere con l’aiuto della psicoanalisi. Il suo rapporto con la psicoanalisi, in particolare con lo psicoanalista Edoardo Weiss, è fondamentale per comprendere molte delle sue opere tarde, dove emerge una riflessione profonda sull’inconscio e sull’identità.
Nel 1955, stanco e ormai malato, nonché sconvolto per le orribili condizioni di salute della moglie, si fa ricoverare in una clinica di Gorizia, dalla quale esce solo per il funerale dell’amata moglie, morta il 25 novembre 1956. Saba muore nove mesi dopo, il 25 agosto 1957, e viene sepolto a Trieste nel cimitero monumentale Sant’Anna. Lascia incompiuto il romanzo d’ispirazione autobiografica “Ernesto”, alla cui stesura aveva dedicato i suoi ultimi anni, e che viene pubblicato postumo.
La Poetica di Umberto Saba
La poesia di Saba si distingue per il suo realismo e la sua introspezione. In opere come “Il Canzoniere”, una raccolta che copre un arco temporale di oltre quarant’anni, Saba esplora il tema dell’amore, della solitudine e dell’identità. I suoi versi sono spesso caratterizzati da una musicalità particolare, dove le parole danzano in un ritmo che riflette l’emozione profonda dell’autore.
“Il Canzoniere” è senza dubbio la sua opera più celebre. Composto da oltre quattrocento poesie, è diviso in tre sezioni: “Poesie dell’adolescenza e giovanili”, “Poesie della maturità” e “Poesie della vecchiaia”. In queste sezioni, Saba racconta la sua vita, le sue esperienze, le sue paure e le sue gioie. La semplicità del linguaggio si fonde con una profondità emotiva che cattura il lettore, rendendo la sua poesia accessibile ma allo stesso tempo densa di significati.
Un altro tema centrale nelle poesie di Saba è l’amore, vissuto in tutte le sue sfaccettature: l’amore coniugale, l’amore per la figlia, l’amore per la sua città. Questi temi vengono trattati con una sincerità e una delicatezza che colpiscono il cuore del lettore. Per esempio, nella poesia “A mia moglie”, Saba descrive con tenerezza e ammirazione la moglie Lina, paragonandola a una serie di animali domestici, in una metafora che esprime la profondità del suo affetto.
Umberto Saba e il Novecento Italiano
Nel contesto della letteratura italiana del Novecento, Saba emerge come un poeta che rifiuta le convenzioni e si dedica a una scrittura autentica e personale. La sua opera ha ispirato generazioni di scrittori e poeti, anche al di fuori dei confini del Friuli. Autori contemporanei, come Pier Paolo Pasolini, riconoscono l’importanza di Saba nel panorama letterario, e le sue opere sono studiate nelle scuole e nelle università.
La sua poetica si distacca dalle avanguardie dell’epoca, scegliendo invece una strada più intima e personale. Questo approccio lo rende un precursore di una poesia che valorizza l’esperienza umana e la quotidianità, anticipando temi che diventeranno centrali nella letteratura italiana degli anni successivi.
Trieste e il Friuli nella Poesia di Umberto Saba
Per tutta la vita, Saba rimase profondamente legato alla sua città natale, Trieste. La città è spesso protagonista delle sue poesie, e nella celebre lirica “Trieste”, Saba descrive la città come una realtà che si era impossessata e fusa col suo spirito. Questa fusione tra il poeta e la città crea una sinergia unica, dove ogni vicolo, ogni piazza, ogni porto diventa parte integrante della sua poetica.
Umberto Saba è più di un semplice poeta triestino; è un simbolo della cultura italiana e della sua complessità. Il suo legame con il Friuli, sebbene indiretto, è evidente nei temi che affronta e nella profondità delle sue riflessioni. Per i lettori friulani, Saba rappresenta una connessione con una tradizione poetica che valorizza le radici e il paesaggio, rendendolo un autore da riscoprire e apprezzare.
La sua eredità vive attraverso i suoi versi, che continuano a parlare di esperienze umane universali. La poesia di Saba rimane un invito a esplorare non solo la propria interiorità, ma anche il mondo che ci circonda, creando un ponte tra diverse culture e tradizioni. In un’epoca di crescente globalizzazione, il messaggio di Saba resta attuale: la bellezza della vita si trova nei dettagli quotidiani e nelle emozioni profonde che ci uniscono, indipendentemente dalle nostre origini.
Leggere Umberto Saba significa immergersi in un viaggio emotivo e culturale, dove il Friuli e Trieste diventano simboli di un’identità complessa e ricca di sfumature. Le sue poesie ci invitano a guardare oltre l’apparenza, a cercare la profondità nelle cose semplici e a riscoprire il valore della nostra umanità condivisa.
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