Nel cuore della Cividale del Friuli, un’affascinante cittadina del Friuli Venezia Giulia, sorge uno dei monumenti più emblematici e leggendari della regione: il Ponte del Diavolo (in friulano, Puìnt dal Diàul). Questo straordinario ponte in pietra, che si staglia con la sua maestosa presenza sul fiume Natisone, è avvolto da un alone di mistero e storia, rendendolo una meta imperdibile per chi visita questa storica città. In questo articolo esploreremo la sua storia, le leggende e le meraviglie che lo rendono un simbolo senza tempo.
Scopri la Storia e l’Architettura del Ponte del Diavolo a Cividale del Friuli
Il Ponte del Diavolo è un capolavoro di ingegneria medievale che ha attraversato secoli di storia. Costruito a partire dal 1442, il ponte poggia su un masso naturale situato nel letto del fiume Natisone, lungo il quale si estende una scenografica gola. Con un’altezza di 22,50 metri e una lunghezza di 48 metri, il ponte è suddiviso in due arcate di larghezza differente: 22 metri e 19 metri. Questa asimmetria è dovuta alla posizione del masso su cui poggia il pilone centrale.
Fino al XIII secolo, il passaggio tra le due sponde del fiume era assicurato da un ponte di legno, spesso danneggiato dalle piene del fiume. La necessità di una struttura più robusta portò alla decisione di costruire un ponte in pietra. Il Comune di Cividale affidò il progetto a Jacopo Dugaro da Bissone e stipulò un contratto con lui l’11 dicembre 1441. I lavori iniziarono nel 1442, ma proseguirono tra numerosi intoppi e difficoltà. Dopo la morte di Dugaro nel 1445, il suo collaboratore Erardo da Villaco continuò i lavori. Tuttavia, anche Erardo morì prima di concludere l’opera, che fu ultimata nel 1558.
Sfide e Restaurazioni del Ponte del Diavolo
Nel corso dei secoli, il ponte ha subito diverse restaurazioni. Nel 1689, si effettuò il primo restauro significativo, seguito da un altro nel 1836 a opera di Giuseppe Cabassi. Tuttavia, la costruzione affrontò una delle sue prove più difficili durante la Prima Guerra Mondiale. Il 27 ottobre 1917, durante la ritirata di Caporetto, gli italiani fecero saltare il ponte nel tentativo di rallentare l’avanzata nemica. L’azione risultò vana, poiché le forze austro-tedesche superarono comunque il fiume. Fortunatamente, gli austriaci ricostruirono rapidamente il ponte sotto la direzione di Anselmo Nowak e lo inaugurarono nuovamente il 18 maggio 1918. I soldati tedeschi causarono ulteriori danni limitati nel 1945, ma il ponte è rimasto sostanzialmente intatto.
Architettura e Panorami
L’architettura del Ponte del Diavolo è notevole. Come anticipato sopra, il ponte si estende su tre piloni, misura 48 metri di lunghezza e il pilastro centrale poggia su un masso naturale situato quasi al centro del letto del fiume. Le estremità del ponte, originariamente difese da torri, furono abbattute nella seconda metà del secolo scorso.
Recentemente, il ponte ha subito lavori di restauro per mantenere la sua integrità e resistenza. Le spallette e i passanti in ferro sono stati sostituiti con un parapetto moderno, progettato per attenuare le violente raffiche di vento invernali. Nonostante questi aggiornamenti, il ponte conserva il suo aspetto storico e affascinante.
Una visita al Ponte del Diavolo è un’esperienza imperdibile. È consigliabile fermarsi all’estremità del ponte sulla riva sinistra del Natisone, da cui si può godere di una vista mozzafiato sulla cittadina e sulle sue architetture storiche. Per chi ama la fotografia, questo punto è ideale per catturare immagini spettacolari del ponte e del paesaggio circostante.
Chi preferisce un’esperienza più avventurosa e una vista dal basso, può scendere lungo la via dei mulini, passando dal centro di Cividale, utilizzando una scalinata immersa nel verde. Dal basso, le arcate del ponte si manifestano in tutta la loro imponenza. In alternativa, il nuovo belvedere realizzato dietro la chiesa di S. Martino offre una vista panoramica senza sforzo, con il colorato ammassarsi delle case di Cividale, le torri campanarie e i rilievi collinari sullo sfondo, tra cui il Matajur e il Monte Nero. La vista del nuovo ponte cittadino, che dal 1988 unisce le due sponde con una struttura avveniristica, completa il panorama.
Commemorazioni e Arte Contemporanea
Nel 2017, in occasione del centenario della battaglia di Cividale, fu realizzata una serie di eventi commemorativi che includevano una gigantesca pittura anamorfica sul ponte. L’opera, intitolata “La voce dell’effimero apparente”, fu progettata e curata dall’artista italiano Fabio Maria Fedele e realizzata da una squadra di artisti europei. Questa pittura anamorfica, che occupava una superficie di 570 mq, è la più grande opera anamorfica realizzata in Italia e una delle più grandi d’Europa. Concepita come un “Monumento effimero”, ha rappresentato la Street Art pittorica pavimentale come una forma ufficiale di espressione artistica dello Stato.
Il Ponte del Diavolo di Cividale del Friuli è molto più di una semplice struttura architettonica. È un simbolo di ingegno, resistenza e patrimonio culturale, intriso di leggende affascinanti e storia secolare. La sua bellezza e il suo fascino continuano a incantare i visitatori, rendendolo una meta imperdibile per chiunque esplori il Friuli. Che tu sia un appassionato di storia, un amante della natura o semplicemente in cerca di un luogo magico, il Ponte del Diavolo saprà catturare la tua immaginazione e lasciare un’impronta duratura nella tua memoria.

Leggende e Misteri del Ponte del Diavolo a Cividale
La leggenda narra di un tempo remoto, in cui gli abitanti di Cividale desideravano ardentemente costruire un ponte in pietra sul fiume Natisone. Nonostante gli sforzi della commissione nominata per l’impresa, le difficoltà sembravano insormontabili. Fu così che, disperati, decisero di rivolgersi al diavolo per ottenere aiuto.
Il diavolo accettò di aiutare, ma chiese in cambio la prima anima che avrebbe attraversato il ponte. Nella notte, sua madre portò un grande masso e lo posizionò al centro del fiume. Il diavolo si sedette sul masso e, con un gesto, creò le due arcate del ponte in un attimo.
Al sorgere del nuovo giorno, il diavolo si presentò per reclamare la sua ricompensa. Gli abitanti di Cividale erano terrorizzati all’idea di dover sacrificare una vita umana. Si trovarono nella imbarazzante situazione di non sapere chi avrebbe dovuto attraversare per primo il ponte.
Fu così che un colpo di scena improvviso interruppe l’impasse: un cane, inseguito dai ragazzi del paese, attraversò di corsa il ponte, infrangendo il patto stipulato con il diavolo. Costretto ad accontentarsi dell’anima di un animale, il diavolo dovette abbandonare la pretesa sulla comunità di Cividale.
La Sfida tra la Madonna e il Diavolo
Ma la leggenda presenta anche una variante intrigante, che coinvolge la madre stessa del diavolo.
Il diavolo voleva il monte di fronte a Cividale per costruire il suo dominio. Ora lì si trova il Santuario della Beata Vergine di Castelmonte. La Madonna non era d’accordo. Il diavolo la sfidò: chi avesse raggiunto la vetta per primo avrebbe preso il monte.
La madre del diavolo scoprì che suo figlio aveva sfidato la Santa Vergine. Trasportò un masso nel grembiule per offrirlo come pietra angolare del santuario. Tuttavia, vide la Madonna già in cima alla montagna. Il diavolo era ancora lungo la salita. Allora, la madre gettò il masso nel fiume Natisone, decidendo che sarebbe rimasto lì per sempre come simbolo della sconfitta.

Sedendocisi sopra per riposare disse: “Tanta fatica per nulla! Ma qui è e qui rimane; prima di arrivare a Castelmonte la gente sarà costretta a pensare al diavolo e a sua madre che ha portato il masso fino qua”.
Il Ponte del Diavolo a Cividale del Friuli affascina con la sua storia leggendaria. Le sue antiche arcate di pietra ispirano ancora oggi chi le attraversa. Rievoca un tempo in cui realtà e mito si mescolavano e la forza della comunità poteva sconfiggere anche le forze più oscure.
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